@ di Paolo Cavaleri
CINETICA – Al giorno d’oggi viviamo una realtà scandita dal tempo. Esso è pensato come un qualcosa da investire per arrivare dove preferiamo, immergendoci una grande quantità di risorse e danari. Tuttavia mi allaccio, volentierissimo, al pensiero antico del Karma, rivisitato nelle ultime migliaia di anni dal concetto cristiano di non fare all’altro quello che non vorresti esser fatto a te, e visto per la visione moderna nel principio di interdipendenza.
Che cosa succederebbe se potessimo agire non solo per nostra convinzione, credenza o vendetta, bensì per moralità, bene comune e giustizia? La storia è testimone di grandi invenzioni e tragedie, ma molto spesso ai grandi disegni manca la consapevolezza di quel che è piccolo, intimo e segreto.
Sarebbe sublime superare il concetto di occhio per occhio, ma a volte noi esseri umani non sappiamo che siamo parte di un gioco più grande dei nostri desideri, e dovremmo anche far attenzione a non profanare il mondo altrui.
La Maschera di Zorro (1998).
“Se vuoi uccidere quell’uomo io posso insegnarti come farlo, come muoverti, pensare, perpetrare la vendetta con onore e vivere per celebrarla”
Messico, 1821. La popolazione è in rivolta per l’indipendenza dalla corona spagnola. Essa, attraverso l’influenza dei Don vuole impedire l’arrivo di Santa Anna, autocrate che pretende il Messico per sé. Tuttavia, la gente vede come unico protettore Zorro: vigilante mascherato che con coraggio e malizia, mina i piani assassini dei soldati corrotti dai ricchi di turno.
Un invito a non tornare
Rafael Montero, governatore del Messico mira a trattare la resa di Santa Anna accattivandosi la benevolenza dei Don, ma ha sempre il popolo contro e Zorro come spina nel fianco.
Durante una pubblica fucilazione, Zorro salva degli innocenti ma viene a sua volta protetto da due orfani di nome Alejandro e Joaquín. Dopo l’ennesimo atto eroico, l’uomo lascia la folla che lo acclama e i due ragazzi felici come non mai.
La vita rubata
Egli, non si accorge di essere seguito, guida così Don Rafael e i soldati alla sua casa, covo e familiare ambiente dove nel mondo civile è conosciuto come Don Diego De la Vega: nella notte il governatore accuserà Diego di tradimento e nella colluttazione morirà la moglie Esperanza. La figlia Eléna gli sarà portata via dallo stesso Montero, mentre lui sarà relegato in prigione.
Un orgoglio mai dimenticato
Passati vent’anni, Montero ritorna in Messico circondandosi di persone che possano aiutarlo a ritrattare la sua posizione per instituire la Repubblica della California, ma prima vuole saper morto De la Vega e torna nella prigione dove era stato rinchiuso. Non lo riconoscerà e con uno stratagemma Diego fuggirà.
Col cuore adirato dalla vendetta, egli ritratta il suo odio per Montero perché ha accanto sua figlia Eléna ora cresciuta. Intanto, i due ragazzini fatti uomini che salvarono l’eroe in nero, si dedicano a ruberie e in una di queste Joaquín muore ucciso da un capitano. Questi si scopre al soldo di Montero, e poco dopo Alejandro vorrà vendetta contro il soldato alleato dello stesso nemico del vecchio Zorro.
Così, un giorno, quello che era una luce di speranza per gli uomini e ora divenuto nessuno, prenderà l’ardore di un giovane adirato e lo plasmerà a favore di tutti e due per ripristinare un equilibrio e riprendersi una vita che gli è stata tolta. La lotta per la verità ha anche un sapore di gratitudine per Diego, in quanto riconoscerà Alejandro per il medaglione che regalò al fratello quel giorno in cui li salvarono la vita.
Guarda Osserva Comprendi
The Mask of Zorro è una pellicola del 1998 per la regia di Martin Campbell. Vede un cast stellare con Anthony Hopkins, Antonio Banderas, Catherine Zeta Jones, L.Q. Jones, Stuart Wilson e Matt Letscher. Tra le mirabili maestranze di questa pellicola, come la premiata colonna sonora di James Horner, hanno ricevuto riconoscimenti sia i costumi (Graciela Mazon) che l’interpretazione degli stessi protagonisti.
Preso dalle reali leggende che credevano Joaquín Murrieta l’eroe mascherato in America nel fine Ottocento, la figura di Zorro è l’emblema di come si possano perseguire i propri obiettivi su più fronti. Diego è un nobile del mondo civile che non accetta i messicani schiavi della corona spagnola, così nel tempo costruisce un alter ego che possa lenire il dolore del popolo sotto altre vesti: il dovere civile per la sua famiglia e gli obblighi morali per la gente comune per un insieme di astuzia e intelligenza che con forza di volontà e tempra fisica portano l’uomo a vivere ampi spettri di realtà.
Se l’addestramento è importante lo è anche il saper contenere, e talvolta non mostrare le reali emozioni di fronte al nemico. Nel corso della storia Zorro, sia quando è De la Vega che Murrieta, è costretto a fare i conti con il suo risentimento … il sentimento e la prepotenza delle emozioni interiori possono distaccarci dalla visione ottimale del momento per concretizzare l’obiettivo.
Buona visione
In un mondo dove il tempo scorre sempre, gli obiettivi possono essere il suono delle nostre lancette personali di quell’orologio interno composti da emozioni, pensieri e azioni. Solo collimando il tutto, mettendo da parte le nostre paure, potremmo adempiere ai nostri doveri, ma questa in fondo era solo una storia come tante … forse.